
CONTINUITA’ AZIENDALE
Viviamo in un contesto economico pervaso da un clima di incertezza delle performance aziendali: la continuità aziendale è uno temi più ricorrenti a cui dedicare la massima attenzione.
Il Codice Civile ci evidenzia che la valutazione delle voci di bilancio dev’essere fatta nella prospettiva della continuazione dell’attività (c.d. “going concern”).
Il CCII (codice della crisi e dell’insolvenza) ci fa notare l’obbligo di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale.
I principi contabili (OIC 11), stabiliscono che l’Impresa deve riuscire a comprendere se la stessa può continuare a costituire un complesso economico funzionante destinato alla produzione di reddito per almeno 12 mesi dalla data di riferimento del bilancio.
Pertanto le aziende dotate di adeguati assetti per intercettare segnali di crisi, potranno affrontare gli imprevisti mantenendo redditività, capacità produttiva e quote di mercato..
Chi verifica la continuità aziendale?
Tale controllo è a carico dell’Organo amministrativo e della Direzione aziendale, che dovranno verificare la sussistenza della continuità aziendale con un orizzonte temporale di 12 mesi e tener conto degli eventi successivi alla data di riferimento del bilancio.
Se nella società è presente anche il Revisore, costui deve accertare se vi sia o meno una certezza significativa riguardo alla capacità dell’impresa di continuare ad operare come un’entità in funzionamento.
Come si valuta la continuità aziendale?
Non c’è un modo unico e predeterminato per valutare la continuità aziendale.
Si possono prendere in considerazione vari elementi, a titolo esemplificativo:
- Analizzare i piani economico-patrimoniali-finanziari e/o i budget strategici aziendali;
- Verificare la produzione di flussi di cassa positivi oppure controllare che l’azienda sia in grado di generare futuri flussi di cassa positivi per coprire gli impegni futuri;
- Esaminare l’entità e la bontà del portafoglio attivo e di quello in corso di acquisizione alla data di predisposizione del progetto di bilancio;
- Controllare l’esistenza di vertenze pendenti e la loro probabilità di riuscita;
- Verificare gli impatti dei fatti successivi alla data di riferimento del bilancio;
- Verificare se vi è adeguatezza degli assetti organizzativi e contabili rispetto alla natura e alle dimensioni dell’impresa, per poter rilevare tempestivamente disequilibri economico-finanziari e la perdita della continuità aziendale;
- Analizzare gli impegni futuri e controllarne la copertura
- Monitorare il posizionamento dell’impresa sul mercato e la sua attrattività rispetto alle esigenze di mercato
- Ecc.
… “metti in moto il cambiamento”….inizia con un passo….
Per VO-IM:
Autore Antonella Rodella – Consulente Aziendale Commercialista Revisore