
RISK ASSESSMENT E MAPPATURA DEI RISCHI
Ogni decisione aziendale, anche la più semplice, comporta dei rischi. Ma quanti di questi rischi conosciamo davvero?
Alcuni spunti di riflessione sul risk assessment, la mappatura consapevole dei rischi operativi, legali e reputazionali.
Vedremo come valutare, classificare e gestire il rischio in modo sistematico – perché solo ciò che è mappato può essere controllato.
2.1 – Mappare i rischi: il primo passo verso il controllo (consapevolezza e prevenzione)
La prima vera forma di controllo è la consapevolezza e prevenzione.
E la consapevolezza nasce dal risk assessment: la mappatura dei rischi aziendali.
-Quali reati potrei subire o generare?
-Dove ci sono vulnerabilità nei miei processi?
-Cosa succede se salta un fornitore critico o se qualcuno agisce in modo scorretto?
Mappare i rischi serve a sapere dove intervenire prima.
Il Risk assessment è il fulcro del Modello 231, degli assetti organizzativi, della continuità aziendale.
Senza un assessment, il rischio resta invisibile. E ciò che non si vede… non si gestisce.
Il rischio non è solo un problema da evitare.
È un punto di partenza per fare scelte migliori.
2.2 – Il rischio non si elimina. Si governa (metodi e mentalità)
Nessuna impresa può eliminare i rischi. Ma può decidere come affrontarli. In ciò risiede il centro del risk management: prevenire dove si può, prepararsi dove serve, rispondere dove necessario.
Un rischio governato è un rischio ridotto, o trasformato in opportunità.
Cosa occorre?
Serve metodo:
– strumenti di controllo
– piani di emergenza
– formazione delle persone
Serve mentalità: il rischio non è un fallimento. È un dato da conoscere, monitorare, gestire.
Le aziende più forti non sono quelle che non sbagliano. Sono quelle che sanno reagire prima.
Governare il rischio oggi è un atto di leadership.
2.3 – Dal rischio alla strategia: usare il risk assessment per decidere meglio (decisioni e crescita)
Mappare e governare i rischi non è solo un dovere di compliance: è uno strumento di crescita e decisione.
Un buon risk assessment non si chiude con un report da archiviare, ma si traduce in azioni:
– quali investimenti prioritizzare?
– quali partnership scegliere o evitare?
– quali processi rafforzare, semplificare o esternalizzare?
Il rischio diventa così una leva per pianificare meglio, ottimizzare i costi, proteggere il business e, spesso, innovare.
Chi sa usare il risk assessment in chiave strategica non si limita a “subire” il rischio: lo trasforma in vantaggio competitivo.
—————————————————————————————————————————
..”metti in moto il cambiamento”….inizia con un passo..
Per VO-IM | Vocazione Impresa – Experiential Key
Antonella Rodella – Consulente Aziendale Commercialista Revisore